Italia, maggiore impegno contro la malaria

La malaria uccide un bambino ogni due minuti. Malaria, tubercolosi e Aids, contagiano ogni anno circa 300 milioni di persone e causano oltre tre milioni di decessi. Da questi dati parte l’incontro «2015, Malaria-Free Europe – 2030, Malaria-Free World» tenutosi a Palazzo Madama.

Obiettivo dell’iniziativa: lanciare un appello in favore del rifinanziamento italiano del Fondo Globale per la lotta a malaria, tubercolosi e Aids, raddoppiandolo da 100 a 200 milioni di euro per il prossimo triennio. L’appuntamento prossimo è il 27 giugno, quando a Roma è stato convocato un incontro con l’obiettivo di dare slancio alla prossima conferenza mondiale dei donatori, a Montreal il 16 settembre quando verrà stabilito stabilirà l’impegno di ciascun paese.

Il 25 aprile di quest’anno, l’Oms ha dichiarato l’Europa «Malaria-Free», passando da 90.712 casi di malaria autoctona registrati nel 1995 a zero casi nel 2015. L’Italia è stata dichiarata malaria free nel 1970, ma la minaccia è sempre presente e la globalizzazione impone un’azione coordinata. Infatti, pur sconfitta in Europa, però, questo killer continua ad uccidere nel mondo. Debellare questa malattia, che colpisce soprattutto donne e bambini dei paesi poveri (l’80% sono bambini sotto i cinque anni di età), è una questione di salute pubblica mondiale ed è possibile solo attraverso una sinergia di sforzi, ricercatori, medici e uomini e donne in prima linea, decisori politici, cittadini tutti, come ha spiegato James Whiting, Executive Director di Malaria No More UK. Obiettivo dichiarato dall’Oms è di debellare la malaria da 35 paesi entro il 2030.

«Si può fare – ha affermato Whiting – possiamo in una generazione liberare il mondo da quello che è uno dei maggiori killer per gli esseri umani, a meno di una sterlina a persona». Tanto è il costo del farmaco. Eppure, in alcuni paesi nei quali è endemica, la malaria costituisce oltre il 40% della spesa pubblica sanitaria e costa l’equivalente dell’1,3% del prodotto interno lordo. Un impatto sociale enorme.

«La malaria è frequente come lo è da noi il raffreddore. Ma di malaria si muore» ha detto il dottor Giovanni Putoto, responsabile programmazione di Medici con l’Africa Cuamm appena rientrato in Italia. Putoto ha spiegato perché è ancora necessaria la mobilitazione di ciascuno contro questa pandemia: oltre al trattamento, c’è bisogno di garantire una certa organizzazione logistica, nel fornire i farmaci antimalarici e quelli da somministrare alle donne in gravidanza, ma anche gli strumenti per la diagnosi, le tende contro le zanzare, la formazione agli operatori dislocati nei villaggi remoti e i mezzi per trasferire i casi più gravi nei centri con ospedali.

Il Fondo Globale costituisce una collaborazione internazionale tra governi, società civile e esperti locali, è stato istituito nel 2001 nel corso del G8 a Genova. Da allora, l’Italia ha stanziato circa 1 miliardo di Euro di investimento che non solo la pone all’ottavo posto tra i più importanti contribuenti alla causa, ma ha anche permesso di raggiungere traguardi importanti: assicurando una terapia anti-retrovirale contro l’AIDS a oltre 8,5 milioni di persone, fornendo diagnosi e cure contro la tubercolosi a 15 milioni di persone e distribuendo 600 milioni di zanzariere trattate con insetticida per proteggere le famiglie dalla malaria.

«L’Italia torni a essere un paese leader nella lotta ad AIDS, malaria e tubercolosi, raddoppiando e portando da 100 a 200 milioni di euro il proprio contributo per il triennio 2017-19 al Fondo Globale, organismo multilaterale che proprio l’Italia ha contribuito a creare, finanziare e sviluppare, con l’obiettivo di eradicare tre malattie che mietono ancora troppe vittime nel mondo» è l’appello trasversale della società civile e del mondo politico. Nel frattempo, a questo tipo di supporto economico, «che non è un intervento solidaristico, una donazione, ma un investimento in un progetto di salute globale e di sviluppo» come ha fatto notare la De Biasi, si lavori per dare a queste popolazioni, ai poveri del mondo, la possibilità di liberarsi non solo dalla malaria ma anche dalla povertà e dall’ignoranza. È questa la sfida del mondo moderno.

Nel video:

  • Giovanni Putoto
    Responsabile programmazione Medici con l’Africa Cuamm
  • Emilia Grazia De Biasi
    Presidente Commissione Igiene e Sanità Senato della Repubblica
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