I fattori di rischi per il Parkinson

In occasione della nona Giornata Nazionale Parkinson è stato annunciato l’avvio del primo studio italiano per valutare i fattori di rischio e i fattori protettivi della malattia di Parkinson.
Ne parla Alfredo Berardelli, Presidente Fondazione LIMPE Onlus, Dip.to Neurologia e Psichiatria, Sapienza Università di Roma, Policlinico Umberto I.
«In occasione della nona Giornata Nazionale Parkinson, annunciamo l’avvio del primo studio italiano multicentrico osservazionale. Si intende valutare i fattori di rischio e i fattori protettivi della malattia di Parkinson. È probabile che diversi fattori differenti lavorino insieme per creare i cambiamenti cerebrali responsabili della malattia» racconta Berardelli.
«Non era mai stato fatto uno studio per individuare possibili associazioni tra fattori di rischio e fattori di protezione. Ciò permetterà di verificare la possibilità di prevenire il Parkinson o rallentarne la progressione» conclude Berardelli.
Ad oggi non è mai stato effettuato uno studio volto a valutare la totalità dei fattori protettivi e di rischio della malattia di Parkinson. Nei prossimi mesi i Centri dei Disordini del Movimento aderenti arruoleranno 1.000 pazienti e 1.000 controlli a cui sarà somministrato un questionario elaborato attraverso una revisione sistematica della letteratura scientifica.
Lo studio permetterà di individuare le possibili associazioni tra i diversi fattori che possono influenzare la malattia e verificare la forza e la riproducibilità di tali associazioni. Inoltre verificherà l’influenza sulla malattia di quei fattori il cui ruolo nella genesi del Parkinson non è stato ancora chiarito. La durata dello studio sarà di un anno.
Ma quali sono i fattori di rischio riconosciuti dalla scienza sui quali potrebbe essere possibile intervenire e quali fattori possono proteggerci?
Sono riconosciuti fattori di rischio, la familiarità, l’età avanzata, il sesso maschile, l’etnia (più colpiti sono i Caucasici) e diversi fattori ambientali (in particolare l’esposizione a idrocarburi). Poi i traumi cranici e i disturbi dell’umore, come la depressione. Infine, più rare mutazioni o polimorfismi genetici che sembrano predisporre alla malattia.
Fra i fattori protettivi, troviamo al primo posto l’attività fisica, seguita dallo stato di occupazione lavorativa. Rimanere attivi il più a lungo possibile può prevenire il Parkinson. Può inoltre contribuire a rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita in tutte le sue fasi.
Anche l’abitudine, per altri versi insana, al fumo e il consumo di caffè sembrano essere fattori protettivi.

La Giornata Nazionale Parkinson è promossa da Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus e Accademia LIMPE-DISMOV. Una speciale iniziativa è dedicata alle Associazioni pazienti e al mondo del volontariato. Organizzazioni, queste, in prima linea nelle attività in favore delle persone con malattia di Parkinson.
Ne parla Pietro Cortelli, Presidente Accademia LIMPE-DISMOV, Università di Bologna, DIBINEM Ospedale Bellaria.
«Quando parliamo di Parkinson non pensiamo più al solo tremore. Sappiamo che dobbiamo pensare a un’intera vita che cambia e a un contesto familiare e sociale. Basti pensare che in un caso su cinque i sintomi iniziali compaiono prima dei 50 anni» spiega Cortelli.
«Intendiamo premiare le idee e i progetti del mondo dell’associazionismo e del Non Profit. Cioè di chi si impegna ogni giorno per migliorare la qualità di vita delle persone con Parkinson e di chi se ne prende cura. Sosterremo le migliori iniziative a supporto dei processi sociali e culturali che aiutano a rimanere membri attivi della società e favoriscono lo sviluppo delle capacità di socializzazione» conclude Cortelli.
Per il terzo anno consecutivo, il campione olimpico Jury Chechi conferma il suo impegno al fianco della Giornata Nazionale Parkinson.
«Stiamo lavorando con entusiasmo già da alcuni anni con l’Accademia LIMPE-DISMOV. Vogliamo spingere le persone con Parkinson a partecipare attivamente e consapevolmente alla cura della propria salute» dichiara Jury Chechi.
«Rimanere in attività il più a lungo possibile e affrontare la malattia senza subirla passivamente è indispensabile per contenere le disabilità. Perché lo sport è il più importante fattore protettivo capace di migliorare la qualità di vita» conclude Jury Chechi.

Nel video:

  • Alfredo BERARDELLI
    Presidente Fondazione LIMPE Onlus
  • Jury CHECHI
    Campione olimpico
  • Pietro CORTELLI
    Presidente Accademia LIMPE-DISMOV
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