L’impegno contro lo scompenso cardiaco

Il miglioramento nella prevenzione e nella cura delle malattie cardiovascolari ha contribuito a ridurre la mortalità per infarto, Tuttavia restano numerosi quesiti non risolti relativamente alla cura di diverse condizioni, a iniziare dallo scompenso cardiaco. Oggi i cardiologi hanno comunque maggiori informazioni per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, a partire da un sano stile di vita di tutta la popolazione, e sono disponibili terapia più efficaci anche per prevenire lo scompenso cardiaco in quei pazienti che sono sopravvissuti all’infarto. Negli ultimi 50 anni l’aspettativa di vita è aumentata significativamente (più di 11 anni nei Paesi ad economia avanzata) anche grazie al contributo delle innovazioni in medicina. Il miglioramento nella prevenzione e nella cura delle malattie cardiovascolari ha contribuito per oltre il 50% a questo straordinario progresso. La ricerca clinica in ambito cardiovascolare si è orientata verso la prevenzione primaria e secondaria, il trattamento intensivo delle fasi acute di malattia, e il contrasto delle condizioni croniche o in aggravamento, basandosi su una sempre più approfondita conoscenza dei meccanismi fisiopatologici di malattia, sul principio di stratificazione del rischio e, in campo terapeutico, sulla documentazione dell’efficacia e sicurezza di nuovi farmaci e nuove procedure interventistiche, con preferenza per lo strumento dei trial clinici randomizzati. L’ideazione, la sperimentazione e lo sviluppo di terapie innovative sono utili a migliorare le condizioni di salute di individui o popolazioni. Inoltre, partecipare alla ricerca contribuisce al progresso della cultura scientifica. Tuttavia restano numerosi quesiti non risolti relativamente alla cura di diverse condizioni. Inoltre, la cosiddetta “Evidence Based Medicine”, sui cui principi si basa la medicina contemporanea e le linee guida per la pratica clinica, presenta aree di incertezza e lacune, e non sempre i risultati dei trial clinici hanno ricadute significative quando si cerca di traslarli nella pratica quotidiana.

Nel video:

  • Massimo VOLPE
    Preside Facoltà di Medicina e Psicologia, Università ‘La Sapienza’ di Roma
  • Maria FRIGERIO
    Direttore Cardiologia 2 e De Gasperis CardioCenter Ospedale Niguarda, Milano
Total
982
Condivisioni
Articolo Precedente

Antitumorali somministrati sottocute

Articolo Successivo

Sapere se si è a rischio per tumore

Articoli correlati