Gengive da non trascurare

Arrossamento, gonfiore, bruciore e sanguinamento minacciano il sorriso e la salute di un esercito di italiani. La bocca è un ‘tallone d’Achille’ per 8 su 10 e 23 milioni soffrono di gengivite, spesso senza rendersene conto. Solo il 57% si rivolge a un esperto, mentre il 43% si affida al consiglio di amici, parenti o al ‘dottor Google’. Ma se trascurata, questa condizione può diventare la prima tappa di una rotta che ha per capolinea la parodontite, già conclamata in forma grave per un 10-14% di connazionali a rischio concreto di perdere i denti. Invece, imparando l’abc dell’igiene orale e a chiedere aiuto in tempo, il viaggio può finire diversamente. ‘Destinazione: gengive sane‘. Si chiama così una campagna lanciata da Gsk Consumer Healthcare in collaborazione con l’Aidi, Associazione igienisti dentali italiani.
L’iniziativa è stata presentata insieme a un’indagine dell’Istituto di ricerca Gfk. L’indagine Gfk ha coinvolto 2 mila over 25 decisori nell’acquisto di prodotti per la salute orale, rappresentativi di circa 35,5 milioni di italiani. La fotografia restituisce un primo elemento chiave: “Il 77% ha sperimentato un disturbo alla bocca nell’ultimo anno e il primo della lista è proprio la gengivite – riferisce Stefania Fregosi, responsabile Marketing Effectiveness South Region Gfk – Sono consapevoli di soffrirne 23 milioni di persone, il 47% degli italiani, di cui il 26% in forma grave; però c’è un altro 18% che, pur avendo i sintomi, non sa riconoscerli. Si può quindi calcolare che la gengivite interessi il 65% della popolazione, cioè 2 persone su 3″.
“Manca dunque la consapevolezza del problema, ma anche della sua gravità”, osserva la ricercatrice: nella classifica delle preoccupazioni la gengivite sta nelle ultime posizioni, preceduta da altri disturbi come la carie, l’erosione dentale, l’alito poco fresco. “Inoltre c’è confusione sulle cause”: se le gengive sono in fiamme, la colpa viene data allo spazzolino da denti, a come si usa o all’età che avanza, “mentre la scarsa igiene orale e la mancanza di una regolare pulizia professionale vengono messe al terzo/quarto posto”. Forse anche per questo “il 9% degli italiani non si è mai fatto vedere da un dentista e il 29% ci si va meno di una volta all’anno”.
Il dato più allarmante è che “quasi una persona su 2 con problemi gengivali non si rivolge a un esperto (dentista, igienista dentale, farmacista) – segnala Fregosi – bensì al consiglio di persone vicine oppure a Internet”. Un fai-da-te che finisce nel nulla: “Nel 58% dei casi questi pazienti non faranno niente per risolvere il loro disturbo, mentre chi si mette nelle mani di un professionista entra in un circuito virtuoso, una consulenza a 360 gradi che può indicare l’opportunità di correggere abitudini sbagliate (46%), di usare prodotti specifici (54%) o di affidarsi a un trattamento specialistico (37%)”.
Premesso che il sorriso è un biglietto da visita e che l’immagine aiuta, il messaggio degli esperti è che “un sorriso bello è prima di tutto un sorriso sano e una bocca sana sta in un corpo sano”. Mario Aimetti, presidente della Sidp, la Società italiana di parodontologia e implantologia, paragona le gengive a “una coperta, o se vogliamo a una guarnizione che protegge l’osso e i tessuti sottostanti”. Averne cura è cruciale perché, “se è vero che non tutte le gengiviti non trattate evolvono in parodontite, è altrettanto vero che tutte le parodontiti sono l’evoluzione di una gengivite”. E sono tante: “Colpiscono il 45-50% degli italiani, il 10-15% in forma grave. Eppure soltanto uno su 4 sa di soffrirne e appena un connazionale su 100 riceve cure parodontali”.
Far finta di niente può togliere il sorriso, ma non solo. Gli effetti di una parodontite trascurata non si limitano infatti alla perdita dei denti: “Si tratta di una malattia infiammatoria cronica – avverte lo specialista – che porta in circolo miliardi di batteri e di sostanze tossiche” legate a doppio filo “con il processo di aterosclerosi alla base delle patologie cardiovascolari, con malattie metaboliche come il diabete o l’obesita, addirittura con un maggior rischio di nascite pretermine per le future mamme”.
Senza contare il peso economico: “Nel nostro Paese non ci sono dati, ma negli Usa la parodontite costa l’equivalente di 2,5 miliardi di euro all’anno per le sole spese odondoiatriche. E il costo globale per perdita di redditività è enorme, pari a 54 miliardi di dollari l’anno. Una corretta prevenzione – stima Aimetti – significherebbe abbattere questo problema di salute pubblica al di sotto del 4%”.

Nel video:

  • Cristián DUFEU
    General Manager Gsk Consumer Healthcare Italia
  • Mario AIMETTI
    Presidente Società italiana di parodontologia e implantologia
  • Antonella ABBINANTE
    Presidente Associazione igienisti dentali italiani
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