Epatite C, il costo dei nuovi farmaci viene ripagato dalle guarigioni

Una vera rivoluzione nel trattamento dell’epatite C. Oggi infatti grazie ai nuovi farmaci antivirali si ottiene quasi il 100% di guarigioni. E l’elevato costo dei farmaci può essere compensato dalla riduzione di eventi correlati all’epatite, quali fibrosi, cirrosi, tumori, trapianti e decessi, come è dimostrato da un recente studio appena pubblicato. Nonostante questi risultati, ancora troppi pazienti non possono accedere alle nuove terapie.

La nuova classe di farmaci ad azione antivirale diretta rappresenta uno fra i più importanti successi finora ottenuti nella terapia medica di una malattia cronica per il notevole incremento dei livelli di efficacia. La lotta all’epatite C è da considerarsi un investimento sostenibile per la salute, come dimostrano, dal punto di vista clinico, le ultime ricerche sui nuovi farmaci antivirali con risultati che sfiorano il 100% di guarigioni.

Inoltre, dal punto di vista della sostenibilità, uno studio di simulazione della domanda sanitaria appena pubblicato su “Global & Regional Health Technology Assessment” può contribuire a prevedere il peso economico sostenuto dal Servizio Sanitario italiano per il trattamento e la cura della malattia per i prossimi 10, 20 e 30 anni.

Lo studio dimostra che il costo che dovrà essere sostenuto dal SSN per l’utilizzo dei nuovi farmaci anti-HCV può essere sostenibile e può garantire un altissimo tasso di guarigione. Questo modello è il primo tentativo di stimare il risparmio che l’uso dei nuovi farmaci anti-HCV potrebbe generare nel tempo. In un contesto di risorse limitate, l’investimento in salute dovrebbe essere riservato a quei regimi terapeutici innovativi che offrono percentuali di efficacia così alta da consentire al sistema sanitario italiano di ammortizzare la spesa grazie ai risparmi indotti.

Il rilevante impatto della malattia in termini epidemiologici comporterà per il Sistema Sanitario Nazionale italiano l’esigenza di affrontare nei prossimi 5-10 anni un gran numero di cure per un numero sempre crescente di pazienti il cui trattamento può essere molto complesso a causa delle diverse tipologie – quali ad esempio i pazienti con cirrosi, coloro che hanno ricevuto il trapianto di fegato e i pazienti con co-infezione da virus dell’HIV – e della rapidità del processo di mutazione e replicazione virale che caratterizza il virus dell’HCV.

Tra i farmaci innovativi recentemente approvati in Italia per il trattamento dell’epatite C, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato lo scorso 25 maggio l’immissione in commercio del regime terapeutico anti-HCV di AbbVie. Si tratta di un regime per l’epatite C cronica, privo di interferone e completamente orale, che combina tre agenti antivirali ad azione diretta, ciascuno caratterizzato da un diverso meccanismo d’azione e da profili di resistenza non sovrapposti, diretti contro il virus dell’epatite C nelle varie fasi del suo ciclo vitale. Il regime combinato di AbbVie consente di trattare i pazienti con HCV di genotipo 1 e 4, compresi i casi considerati difficili da trattare quali ad esempio pazienti affetti da cirrosi epatica, co-infezione HCV/HIV-1, pazienti sottoposti a trapianto di fegato e i soggetti per cui è fallito un precedente trattamento con interferone peghilato (pegIFN) e ribavirina (RBV), con percentuali di guarigione del 95-100%.

Nel video:

  • Francesco Saverio MENNINI
    Research Director CEIS EEHTA Università di Roma “Tor Vergata”
  • Fabrizio GRECO
    Amministratore Delegato AbbVie
  • Tonino ACETI
    Coordinatore nazionale Tribunale per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva
  • Ivan GARDINI
    Presidente EpaC Onlus
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