E-HEALTH: tra bufale e verità arriva il primo decalogo

Oltre l’88% degli italiani (il 93,3% tra le donne) consulta il web quando ha bisogno di informazioni sulla salute e il 44% ritiene che rivolgersi a internet sia poco o per nulla rischioso. È quanto emerge da un sondaggio[ commissionato da IBSA Foundation for Scientific Research in occasione del workshop che si è svolto oggi a Roma “E- Health: Tra bufale e verità: Le Due Facce Della Salute In Rete” promosso insieme a Cittadinanzattiva. L’incontro è stato occasione di confronto tra esperti di comunicazione e Associazioni pazienti.

“Abbiamo condotto questa indagine e promosso il workshop perché riteniamo importante alimentare il dibattito su questo tema ed indagare su ciò che può essere fatto per migliorare la cosiddetta Health Literacy o Cultura della Salute – afferma Silvia Misiti, direttore della IBSA Foundation. La nostra Fondazione, che ha lo scopo di promuovere, sostenere e contribuire allo sviluppo della ricerca scientifica,sta lavorando da tempo sul tema della E-Health in generale. A partire dal workshop del 2015 “La salute in rete: progresso o pericolo” fino all’innovativo corso sulla Health Literacy, rivolto ai rappresentati delle Associazioni pazienti, che abbiamo organizzato lo scorso autunno. Da queste esperienze è emerso che l’enorme possibilità offerta dalla rete in tema di disponibilità di informazioni può trasformarsi in un pericolo se gli utenti non sono in grado di valutare l’affidabilità di quello che trovano. Questo è tanto più vero quanto più sono delicate le aree oggetto delle ricerche. La decisione di iniziare proprio dalle Associazioni Pazienti è scaturita dal fatto che rappresentano un anello di congiunzione sempre più prezioso tra il mondo dei medici e le necessità dei pazienti che rappresentano, perché sono fonte di crescita e di supporto per i loro iscritti e per i pazienti in generale, motore di pratiche e sinergie virtuose nello scenario sanitario”.

Il primo decalogo per difendersi dalle bufale in rete
In occasione del workshop è stato stilato e presentato il primo decalogo sulla Health Literacy: riporta una serie di indicazioni e consigli pratici e di semplice comprensione per imparare a difendersi dalle informazioni incomplete o false che circolano in rete ma anche per migliorare la comunicazione tra medico e paziente. La prima e fondamentale regola del decalogo è “Occhio alle fonti”: è infatti necessario prestare la massima attenzione all’estensore delle informazioni di cui stiamo usufruendo. Bisognerebbe quindi privilegiare le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute ed affidabili. Il decalogo è stato elaborato per essere utilizzato da tutti – cittadini e pazienti – ma può essere strumento particolarmente utile ad alcune categorie di persone, come ad esempio gli anziani – meno “smaliziati” rispetto alle possibili “trappole” del web – e i giovani genitori che, alle prese con le tante problematiche che si incontrano nei primi anni di vita di un bambino – dall’allattamento allo svezzamento fino ai vaccini e alle malattie infettive – si rivolgono al web alla ricerca di informazioni e di consigli. Al decalogo sarà data visibilità in primis attraverso le Associazioni pazienti che, per prime, lo metteranno a disposizione dei soci pubblicando il documento sul proprio sito internet.

Health Literacy: questa sconosciuta
Per Health Literacy si intende «Il grado in cui gli individui hanno la capacità di ottenere, elaborare e comprendere le informazioni di salute, i servizi e le competenze necessarie per prendere decisioni e compiere azioni informate per la salute» (Paasche-Orlow, 2012). Sono numerosi i vantaggi che un suo miglioramento può comportare sia a livello personale, per i pazienti e per i cittadini, ma anche sociale: a partire da scelte più consapevoli, comportamenti più salutari e meno rischiosi, maggiore capacità di autogestione con una conseguente riduzione delle ospedalizzazioni.
Una migliore “Cultura della salute” è sicuramente utile quando si va a caccia di informazioni sul web ma si tratta di competenze che si rivelano indispensabili in ogni aspetto della comunicazione della salute: dalla consultazione di opuscoli, modulistica, consensi informati fino alla comunicazione medico paziente.

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